Archive del 2 Dicembre 2025
Procura Antimafia: “Dal calcio al basket sempre più eversione nelle curve”
AGI - Violenze nelle curve, ma anche il recente attacco al pullman del Pistoia Basket fanno riflettere sulla presenza criminale anche sugli spalti. Ha provato a fare il punto sulla situazione Antonio Ardituro sostituto procuratore nazionale presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo intervenendo all’Università LUMSA in occasione del seminario “Le mafie nello sport. Lo sport contro le mafie” organizzato dalla cattedra di Diritto processuale penale per riflettere sulle mafie nello sport e sul ruolo dello sport contro le mafie.
Nelle curve sempre più eversione
“Vi do un altro input di riflessione che attiene non al tema delle mafie, ma delle organizzazioni criminali di matrice eversiva o terroristica, perché noi registriamo sempre più spesso che molte curve sono il luogo della crescita, del proliferare del proselitismo, dell'utilizzazione di alcuni pezzi dei gruppi ultrà per far crescere soprattutto ideologie suprematiste che legano le curve e i movimenti ultrà italiani a movimenti ultrà sovranazionali. La stragrande maggioranza delle curve si esprimono con simbolismi neofascisti e neonazisti, è facilissimo vedere riferimenti alle svastiche” ha detto agli studenti presenti.
“Che cosa possono fare le società? Io credo che ci siano delle cose che possono fare di più le società, delle cose che possono fare di più le istituzioni sportive, delle cose che possono fare di più le istituzioni nazionali. Le società innanzitutto devono dotarsi di meccanismi organizzativi che tengano lontani i tifosi ultrà dal rapporto con le società, con i calciatori, eccetera. È una cosa che si può fare. Per esempio, il meccanismo per cui si riservano tot abbonamenti ai gruppi ultra fuori dai meccanismi di vendita ordinaria, oppure per cui si riservano un tot di biglietti per la finale di Champions a determinate categorie di soggetti che fanno parte della curva, eccetera, eccetera, è un meccanismo criminogeno che aiuta un rapporto distorto tra queste organizzazioni e la società. Oppure meccanismi, come nell'indagine sull'Inter, dove se i biglietti non vengono dati, il capo ultrà alza il telefono, perché ne ha il numero, e chiama l'allenatore dell'Inter per chiedergli di intercedere con la società. È un meccanismo che non va bene, non si crea quel muro, quella barriera di distanza che ci deve essere tra la società".
"Se tu fai l'abbonamento in curva e il posto che ti hanno assegnato è quello dove stanno i gruppi organizzati degli ultrà, tu la non ti puoi sedere. Questa roba qui nel codice penale, si chiama articolo 610: violenza privata. Io ho il biglietto, questo è il mio posto e non mi posso sedere perché tu mi dici che mi devo allontanare in un'altra parte della curva perché questo è il posto dove stanno gli ultrà. Come vedete c'è da fare molto, non è facile perché poi ci sono le reazioni, ma le società possono fare di più, le istituzioni sportive possono fare molto di più perché i regolamenti, perché le sanzioni quando accadono delle cose devono essere effettive e non devono essere perdoniste. - ha aggiunto Ardito - Il calcio non deve essere trattato dalle istituzioni nazionali solo come un problema di ordine pubblico. Noi siamo abituati a trattare lo stadio e l'evento sportivo solo come un problema di ordine pubblico, perché se io tratto l'evento sportivo come un problema di ordine pubblico e non come un problema innanzitutto di legalità, sono due cose diverse la legalità e l'ordine pubblico, affronto la questione soltanto con un obiettivo che non accadano scontri, che non accadano problemi, ma se per non far accadere problemi devo cedere la sovranità dello Stato ai gruppi ultrà sto facendo crescere la cultura del gruppo ultrà che controlla la curva, il territorio e che naturalmente se controlla un luogo così importante diventa obiettivo delle organizzazioni criminali che hanno interesse a mettere i loro avamposti in tutti questi punti”.
La criminalità organizzata infiltrata nelle tifoserie
“C’è un altro tema complesso, che interessa la serie A e la serie B, e che oggi rappresenta un grande problema per il quale il mio ufficio segue queste vicende, quello delle infiltrazioni delle organizzazioni criminali camorristiche nelle tifoserie organizzate e del rapporto tra le tifoserie organizzate e le società di calcio, perché è un doppio livello che bisogna intercettare, che bisogna identificare e che rappresenta veramente il cuore del problema. Abbiamo esempi clamorosi, perché se io vi parlo di Juventus, di Inter, di Milan, di Roma, di Lazio, di Napoli, vi sto parlando del calcio che ci piace quello che vediamo alla domenica sportiva. È proprio questo nostro calcio, però ci ha presentato le infiltrazioni di ‘ndrangheta nelle tifoserie organizzate della Juventus; un processo di appena un anno fa, ha individuato infiltrazioni radicate ai livelli più alti della tifoseria organizzata del Milan e dell'Inter, che sono sfociate in regolamenti di conti con omicidi; le vicende di Diabolik della Lazio. Fenomeni che in passato hanno interessato la tifoseria organizzata del Napoli, di cui mi sono occupato direttamente".
Gli "affari" intorno agli stadi
"Potremmo dire che tutto questo non c’entra con il calcio e le società, purtroppo non è così, perché c'è un rapporto tra le società di calcio e la tifoseria organizzata che molto spesso diventa malato e che consente - in questo c'entrano le società e anche le istituzioni sportive, i regolamenti, le norme che noi utilizziamo - di considerare le curve come un luogo extraterritoriale, dove non c'è la giurisdizione e non c'è il controllo da parte delle organizzazioni dello Stato, sportive, del calcio, delle società, per cui in curva tutto può accadere, le organizzazioni criminali possono controllare fenomeni grossi, perché parliamo di stadi importanti intorno ai quali girano affari: le aree parcheggio, la gestione degli stewart, la concessione dei biglietti e degli abbonamenti ai gruppi organizzati, cioè si crea un filo tra società e tifoserie organizzate che però non sono fatte di tifosi appassionati che cantano i cori e portano le bandiere, ma sono organizzazioni criminali che hanno delle infiltrazioni di carattere mafioso. È questo il cuore di un problema che, vi devo dire la verità, noi stentiamo a far comprendere nella sua rilevanza all'opinione pubblica, al mondo delle istituzioni sportive e forse anche al mondo delle istituzioni in generale. In questo momento, il mio ufficio con tre diverse procure della Repubblica ha ottenuto da tre diversi tribunali che si occupano di misure di prevenzione, provvedimenti di amministrazione giudiziaria di tre società di calcio professionistiche, due militano in serie C, sono il Crotone e il Foggia, una milita in serie B è la Juve Stabia. Il mio ufficio sta continuando a svolgere degli accertamenti anche sui fatti milanesi dell'Inter e del Milan. Ci troviamo di fronte a un fenomeno enorme, ma io sfido voi a sapere che qualcuno si è occupato dal punto di vista del dibattito pubblico di fatti così gravi che stanno accadendo”.
Calcio, ma anche basket
“Molti dei ragionamenti che io ho fatto sui gruppi ultrà e sulle infiltrazioni nel calcio, soprattutto quelli, per esempio, collegati ai movimenti più estremisti, oggi iniziamo a rivederli nel basket, un altro sport che ormai ha una sua tradizione in Italia, ha una sua diffusione, un suo radicamento. Anche nel basket il tempo, purtroppo già lo so, ci porterà su situazioni analoghe a quelle del calcio”.
A Catania una donna al vertice del clan Santapaola-Ercolano: arrestata Grazia Santapaola
Grazia Santapaola, arrestata dai carabinieri del Ros, è cugina del vertice storico della famiglia catanese, Benedetto Santapaola, e moglie di Salvatore Amato, già a capo del gruppo Ottantapalmi, attivo all'interno dei Santapaola-Ercolano. In base alle indagini coordinate dalla procura etnea, l'indagata per il reato di 416 bis, non avrebbe agito semplicemente come moglie e parente di vertici del gruppo criminale, ma avrebbe volutamente rivestito il ruolo di molto più di un'affiliata, esercitando il potere mafioso derivante dalla sua appartenenza alla 'famiglia di sangue'.
Gestione diretta degli affari illegali
Innumerevoli gli episodi che la vedrebbero protagonista nel gestire direttamente gli affari illegali del gruppo mafioso il cui storico vertice resta il marito Turi Amato, al fine di garantire il sostentamento del clan e delle famiglie dei detenuti. In diverse circostanze sarebbe stata proprio Grazia Santapaola la figura autorevole, riconosciuta anche da altre cosche che si è occupata della gestione degli interessi nel centro storico della città (dove il gruppo Ottantapalmi trova la sua naturale collocazione) o della risoluzione di svariate criticità, come il contrasto che ci sarebbe stato con il clan Nardo dove la boss sarebbe intervenuta per la difesa del figlio di Francesco Santapaola, detto 'Ciccio campetto', già reggente della potente famiglia mafiosa e attualmente detenuto.
Conflitti e difesa dell'onore familiare
Dello stesso tenore l'episodio ricostruito dal Ros che avrebbe visto protagonista la stessa Santapaola in aperta contrapposizione con Christian Paternò, già al vertice del clan San Giovanni Galermo, in manette nell'operazione "Ombra", responsabile secondo l'indagata di averle mancato di rispetto. Anche nel conflitto che, nel 2023, vide i Santapaola-Ercolano (in particolare il Gruppo della Stazione) contrapporsi al clan Cappello e che portò al fermo emesso dalla Dda catanese nell'operazione "Leonidi" del Comando provinciale dei carabinieri di Catania, emergerebbe che Grazia Santapaola si sarebbe mossa in difesa dell'onore della famiglia di sangue a seguito della mancanza di rispetto di alcuni esponenti del Gruppo della Stazione nei confronti di familiari.
Insomma, anche sulla base di elementi raccolti dalla Sezione Anticrimine di Catania nel corso di molteplici indagini - in ultimo il procedimento "Mercurio" la cui misura cautelare è stata eseguita a gennaio - l'indagata avrebbe travalicato il ruolo di secondo piano esercitato in passato, per diventare in prima persona portatrice degli interessi dell'associazione difendendone onore, potere e prestigio mafioso.
Il dominio clan Santapaola anche attraverso donne
Il clan Santapaola continua a esercitare un ruolo di comando anche attraverso le figure femminili, un tempo considerate marginali: è quanto emerge dalle indagini dei carabinieri del Ros di Catania che hanno portato all'arresto di Grazia Santapaola. La donna non si sarebbe limitata a essere "moglie o parente" di boss, ma avrebbe avuto un ruolo attivo e decisionale dentro il clan. Grazia è cugina del famigerato capomafia Benedetto Santapaola, storico vertice del clan catanese, ed è sposata con Salvatore Amato - noto come "Turi Amato" - che per anni ha guidato il gruppo "Ottantapalmi", parte dell'organizzazione criminale Santapaola-Ercolano. Le accuse sono pesanti: gli inquirenti sostengono che Grazia abbia gestito "direttamente gli affari illeciti del gruppo mafioso", contribuendo al sostentamento del sodalizio e delle famiglie dei detenuti.
Secondo l'ordinanza, la donna sarebbe riconosciuta come "figura autorevole" non solo all'interno della sua famiglia, ma anche tra altri gruppi mafiosi un segnale chiaro del suo potere decisionale: da controversie con altri clan fino al controllo di attività illecite nel centro storico di Catania. Ricostruzione investigativa che rappresenta una svolta significativa: dimostra come, ancora oggi, le donne possano assumere ruoli di vertice nella criminalità organizzata, non solo come "mogli o madri", ma come attive protagoniste nella gestione del potere mafioso. Un profilo inquietante - quello di Grazia Santapaola - che sfida stereotipi e mostra la rigidità gerarchica, ma anche la fluidità nel ripartire ruoli e responsabilità all'interno di un clan antico come quello dei Santapaola. La misura cautelare punta a indebolire un pezzo centrale dell'organizzazione che ancora oggi controlla parte del tessuto criminale di Catania.
L’ipotesi della depressione dietro la morte di Franco e Gianna a Firenze: “L’ha uccisa e poi si è tolto la vita”

Franco Giorgi e la moglie Gianna sono trovati morti nel loro appartamento: la crisi depressiva del 74enne antiquario potrebbe essere alla base di quello che per gli inquirenti ha tutta l'aria di un omicidio-suicidio.
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Nuovo mese di scioperi per l’Italia tra proteste nel settore marittimo, aereo, dei treni e del trasporto locale in alcuni grandi città come Roma. I disagi più importanti attesi per lo sciopero generale del 12 dicembre indetto dalla Cgil per tutti i settori pubblici e privati.
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Vari studi hanno dimostrato che il freddo può attivare il grasso bruno del nostro organismo, che favorisce l'azione brucia grassi e migliora altri parametri metabolici. Ecco perché la stagione invernale può contribuire a migliorare la salute.
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Maxi Lopez non dimentica: “Mauro Icardi meritava un pugno. C’è una cosa che non gli perdonerò mai”

Maxi Lopez torna sul caso Icardi e Wanda Nara: il tradimento, le accuse sui figli e le ferite mai guarite dopo anni di silenzi.
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La storia del “finto infortunio” di Donnarumma ordinato da Guardiola per approfittare di una regola

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Sandokan, anticipazioni seconda puntata 8 dicembre: Marianna scopre le violenze degli inglesi e si avvicina al pirata

Le anticipazioni della seconda puntata di Sandokan, in onda lunedì 8 dicembre alle ore 21:30 su Rai1. Nella trama della serie con Can Yaman, Marianna scoprirà la violenza che gli inglesi attuano nelle terre occupate e si avvicinerà a Sandokan.
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Fugge dal campo nomadi legato e seminudo: “Volevano uccidermi”
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Il giovane, che presentava polsi e caviglie legate da lacci e fascette autostringenti, ha chiesto aiuto agli agenti dichiarando di essere in pericolo di vita in quanto alcuni abitanti del campo, probabilmente gli stessi che lo avevano sequestrato, avevano intenzione di ucciderlo.
Sulle dinamiche della vicenda, sono in corso indagini da parte della Direzione Sicurezza Urbana. Al vaglio le immagini che potrebbero essere state riprese dalle telecamere dei limitrofi uffici della Questura di Roma.
Salta il divieto di caldaie a gas dal 2029, le nuove regole Ue fanno marcia indietro

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Dopo il disastro del GP del Qatar, Jean Alesi smentisce la versione di Vasseur sulla Ferrari SF-25: "È un tentativo imbarazzante di giustificare il fallimento".
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Mani sulla sanità in Sicilia: 12 arresti per appalti truccati
AGI - Corruzione e turbativa in relazione a gare d'appalto in ambito sanitario del valore complessivo di oltre 200 milioni. Eseguite misure cautelari personali e reali nei confronti di 12 persone. In azione i finanzieri del Comando provinciale Palermo che hanno dato esecuzione all'ordinanza del gip, a seguito dei previsti interrogatori preventivi. Tutti gli indagati sono stati destinatari di misure interdittive e, tra questi, cinque sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e uno all'obbligo di firma. Un professionista palermitano era il fulcro del sistema corruttivo accertato e già titolare di importanti incarichi pubblici.
Le attività investigative - condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria sotto il coordinamento della procura - hanno consentito di far luce su casi di malaffare connessi all'indizione e alla gestione di gare d'appalto varate da alcune tra le principali strutture sanitarie regionali. Emerso il coinvolgimento di manager pubblici, imprenditori, professionisti e faccendieri tutti a vario titolo implicati nelle dinamiche di manipolazione delle procedure di aggiudicazione. In tale contesto, in più occasioni sarebbe stata accertata l'anticipazione dei documenti di gara, la condivisione di informazioni riservate concernenti le determinazioni delle stazioni appaltanti, nonché la materiale predisposizione dei capitolati e dei disciplinari tecnici con l'intervento diretto dei referenti delle imprese da avvantaggiare.
Ricostruiti accordi corruttivi che prevedevano l'elargizione di tangenti per centinaia di migliaia di euro, determinate nel loro importo in misura percentuale rispetto al valore delle commesse e, in molti casi, mascherate da fittizie prestazioni di consulenza. Monitorate e documentate dazioni di denaro contante, il cui ammontare complessivo, pari a 47.820 euro, è stato oggetto del sequestro preventivo disposto da gip. Più nel dettaglio, le tangenti, dissimulate nel corso delle conversazioni intercettate utilizzando un linguaggio criptico che faceva rimando alla consegna di generi alimentari, avrebbero visto quale destinatario il professionista palermitano.
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Quattro tecnici sono indagati per omicidio colposo e disastro colposo per il crollo della Torre dei Conti. Accertamenti sulla regolarità dell'appalto.
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