Al ‘No Meloni Day’ di Bologna ‘flash mob’ in reggiseno
AGI - Un centinaio di studenti ha partecipato a Bologna al corteo per il 'No Meloni Day', durante il quale c'è stato anche il flash mob di una decina di studentesse che sono rimaste in reggiseno e hanno esposto un cartello con la scritta: "Disarmiamo il patriarcato". Il corteo è partito da piazza Verdi, in zona universitaria, scortato e sorvegliato strettamente dalle Forze dell'ordine in tenuta antisommossa, dopo gli scontri di sabato scorso in zona stazione.
A prevalere gli striscioni in difesa della Palestina ma non è mancati un cartello con la foto di Giorgia Meloni e la scritta "Complice del genocidio". Poi, all'altezza di via Indipendenza, c'è stata l'iniziativa delle studentesse che si sono spogliate, qualcuna rimanendo solo in reggiseno e mutandine, per ricalcare il gesto di protesta di qualche giorno fa della studentessa iraniana che si è spogliata in un campus universitario a Teheran contro l'obbligo del velo e le proibizioni imposte alle donne. L'atto di protesta era anche contro la violenza sulle donne e i femminicidi - è stata ricordata Giulia Cecchettin, uccisa un anno fa - e per rivendicare la libertà di abortire e la contrarietà alla presenza delle associazioni pro-vita nei consultori, come suggerito dalla candidata del centrodestra alle regionali, Elena Ugolini.
Gli studenti in corteo, davanti alla sede della Cgil di via Marconi, hanno poi imbrattato con mani di vernice rossa tre manifesti con i volti della premier Giorgia Meloni e dei ministri Annamaria Bernini e Giuseppe Valditara. Anche sabato scorso erano stati trovati manifesti di Bernini e Meloni imbrattati allo stesso modo. Gli studenti accusano gli esponenti del Governo di avere "le mani sporche di sangue" e di "fomentare guerre e un genocidio", riferendosi non solo alle spese militari, ma anche all'alternanza scuola-lavoro, che chiedono di abolire definitivamente perché "manda al macello gli studenti".
Sempre in via Marconi, alcuni manifestanti hanno lanciato delle uova contro la filiale di Intesa SanPaolo. Al corteo partecipa anche Federico Serra, candidato di Potere al popolo e Rifondazione Comunista per la presidenza della Regione Emilia-Romagna. "Le priorità degli studenti - spiega - sono chiarissime: no soldi alla guerra, fermare l'escalation militare, finanziare la scuola pubblica e la messa in sicurezza del territorio". Il corteo degli studenti è terminato in piazza San Francesco, dove è stato dato fuoco simbolicamente al testo della riforma Valditara.